Ipotesi e idee per un nuovo skyline del Corso del Popolo. Il Lions club di Rovigo propone idee soluzioni alla città
Proseguendo nel cammino finalizzato a una migliore conoscenza delle caratteristiche e potenzialità di Rovigo, i punti di forza e di debolezza e come renderla più accogliente e piacevole a potenziali fruitori, il Lions club rodigino ha promosso un incontro pubblico, in Pescheria nuova, il 9 maggio scorso. Un confronto con ingegneri e architetti che hanno delineato il fattibile prendendo in esame il Corso del Popolo, la zona più rappresentativa della città.
Rovigo - Una serata per riparlare del Corso del Popolo, di ciò che era all'inizio e di ciò che è diventato, un pò alla volta, nei decenni a cavallo tra le due guerre mondiali, fino alla trasformazione definitiva che oggi lo connota. Il percorso, molto interessante, è stato reso possibile dalla proiezione di foto e immagini realizzata da Mario Andriotto, imprenditore con il pallino del collezionismo relativo alla storia di Rovigo. Riportando, in qualche modo a galla il dibattito tra chi vorrebbe la principale arteria della città aperta completamente al traffico e chi preferisce viverla passeggiando con i bambini, sedendosi ai tavolini dei caffé che lo punteggiano da entrambi i lati. Tra chi critica la disarmonia e le incongruenze dei vari edifici privati a confronto fra loro e nel contesto dei palazzi pubblici realizzati dalle varie amministrazioni.
A mettere d'accordo le diversi opinioni, Giovanni Salizzoni, ricercatore e docente al Dipartimento di Architettura e Pianificazione territoriale della Facoltà di Ingegneria, Università degli studi di Bologna. A lui, il presidente Lions, Renzo Moro, ha posto il primo e fondamentale quesito: "Cosa permettono di fare gli strumenti urbanistici adottati a Rovigo e quali limiti prevedono se ci fosse la possibilità di intervenire sul profilo degli edifici che delimitano i due lati di corso del Popolo?".
"Il piano urbanistico, approvato nel 2009, fin dall'inizio aveva lo scopo di rimettere a posto quelle che erano le disarmonie nelle diverse componenti e la scelta di iniziare da Corso del Popolo, la parte più significativa del contesto urbano di Rovigo, è una sfida piuttosto interessante" - ha anticipato Giovanni Salizzoni. "Trovare qualcosa che migliori quello che noi riteniamo bello o brutto è piuttosto difficile dato il valore personale dei concetti di bello e brutto. Il governo in carica sta cercando di portare avanti piani regolatori abbastanza simili in ambito nazionale mentre il peso della crisi economica si fa ancora sentire e senza la declinazione del piano degli interventi regionali si fa poca strada. C'è una certa aspirazione a modificare l'esistente, a intervenire sul Piano di assetto del territorio ma dobbiamo avere una visione ampia: valutare cosa potrà andare bene fra vent'anni e che tipo di cittadini ne fruirà. Qualunque piano di intervento si decida di fare, dovrà essere a maglie larghe, agilmente negoziabile e partire da un dialogo con la Regione Veneto" - ha concluso.
Di efficienza energetica degli edifici e di riqualificazione o ricostruzione ha trattato Marco Boscolo, docente alla Facoltà di Ingegneria all'Università di Ravenna. Una relazione squisitamente tecnica basata su esempi di case ristrutturate applicando tecnologie d'avanguardia per riscaldare e raffrescare gli ambienti a costo bassissimo, studiandone le reazioni in periodi diversi dell'anno per ottenere sempre il massimo delle prestazioni. Applicazioni possibili se vengono eseguite da maestranze e tecnici specificatamente formati.
Ultimi a presentare idee e ipotetiche soluzioni per rendere Corso del Popolo qualcosa di veramente innovativo, in grado di fare della via un polo di attrazione per le città limitrofe, gli architetti Luca Paparella e Nicola Bertuccio. Considerando gli edifici privati che fiancheggiano il Corso e si alternano con i palazzi pubblici costruiti nel secondo dopoguerra, hanno immaginato di cambiare intonaci e serramenti, di aggiungere piani o toglierne per uniformare la linea dell'orizzonte sopra le costruzioni. Hanno eliminato garage a livello strada per mettere zone verdi e panchine e lo hanno suddiviso l'area per zone di valore: storico, artistico, simbolico. Hanno segnalato edifici incongrui da ricostruire con standard più elevati o da riqualificare senza demolizione. Un cammino che deve, in primo luogo coinvolgere i proprietari e convincerli che le risorse necessarie possono diventare remunerative mettendo sul mercato ambienti e abitazioni belle e piacevoli. Poi serve il consenso della cittadinanza, evitando critiche e discussioni all'infinito, e la presentazione di bandi appositi che rendano appetibile l'operazione nel suo insieme. Una prospettiva, al momento, dai tempi piuttosto lunghi.
Il Lions nel Mondo.
Con 1,36 milioni di soci, distribuiti in 46.000 clubs di tutto il mondo, il Lions international è l'organizzazione di assistenza più grande del pianeta. Un record per una associazione che, nel 2017, raggiungerà il secolo di vita. Cento anni dedicati all'aiuto di chi è in difficoltà; al sostegno di giovani e bambini, alla tutela del territorio e dell'ambiente, a portare aiuto a chi è colpito da calamità naturali. Nel programma del Lions international tanti progetti per migliorare la salute delle comunità più povere, campagne di prevenzione dalla cecità, dal diabete, contro la sordità. Una allerta continua per rispondere ai bisogni primari della vita, raccogliendo cibo, vestiario, libri, attivando campagne di screening della vista e dell'udito, di vaccinazioni e alfabetizzazione. Pronti a portare immediato soccorso se si verificano calamità naturali, contribuendo anche finanziariamente a interventi umanitari. Interventi sempre svolti in completa autonomia.
Lauretta Vignaga
12 maggio 2016