Presenze multietniche in città: nuovi equilibri da trovare. Il Lions club si confronta con gli esperti
All'immigrazione in città, alle diverse problematiche che sorgono e al processo di integrazione è stata dedicata la conviviale Lions del 18 aprile scorso. Una serata ricca di spunti per valutare il livello di sicurezza, il percorso di accoglienza, le paure di chi arriva e di chi accoglie.
Rovigo - Di presenze multietniche in città e di quello che sta cambiando nel modo di vivere dei rodigini tra diffidenza e paure reciproche si è parlato nel corso dell'ultima serata conviviale organizzata dal Lions club rodigino, il 18 aprile scorso. Ospiti relatori del presidente Renzo Moro: Giorgio Osti, professore di Sociologia dell'Ambiente e del Territorio, al Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell' Università di Trieste; Carlo Zagato, direttore Coop. 'Porto Alegre' e gestore dell'Ostello Canalbianco di Arquà Polesine, struttura di prima accoglienza ai profughi; Pierpaolo Varrasso, commissario a capo dell'Ufficio immigrazione della Questura di Rovigo.
Aprendo gli interventi, Giorgio Osti ha sottolineato che la paura e la diffidenza non sono solo nostre, di noi italiani e rodigini, nel caso specifico, ma anche di coloro che arrivano e hanno già affrontato difficoltà enormi, famiglie disgregate, gente che ha alle spalle esperienze culturali ed educative completamente diverse dalle nostre. " Le migrazioni ci sono sempre state, il problema è l'appartenenza alle diverse etnie, la pluriappartenenza diffusa tra tutti i gruppi sociali. Solo con il dialogo e lo scambio di pensiero si ottiene la verità. Da occidentali, noi pensiamo sempre ai progetti; con gli immigrati è meglio procedere per tappe di conoscenza. Ci vuole flessibilità del cuore per accettare l'indeterminazione dell'altro" - ha spiegato.
In tema di sicurezza, l'argomento più spinoso per i presenti alla riunione, ha parlato Pierpaolo Varrasso, responsabile dell'ufficio Immigrazione, affermando che " La sicurezza ha aspetti oggettivi e soggettivi" e, confrontando i numeri dei reati commessi negli anni 2014 e 2015, ha evidenziato un calo sostanziale: 9.035 reati contro 7.733. Un traguardo raggiunto con una rafforzata prevenzione. "Per migliorare il senso di sicurezza si deve fare riferimento al sito internet della Polizia di Stato, avviare progetti con le scuole e rafforzare il controllo del territorio con pattuglie contro il crimine. Maggiori controlli amministrativi nel commercio. Si deve dare attenzione sia al colpevole che alla vittima, informando, quest'ultima, di tutte le cose che possono tutelarla" - ha spiegato. E parlando del proprio lavoro ha detto ancora: "Ogni informazione deve essere acquisita nel modo più preciso possibile; tramite gli interpreti si deve informare, chi non conosce la lingua, di quali strumenti si può avvalere. La collaborazione con le amministrazioni pubbliche è un altro fattore indispensabile".
Un altro confronto di numeri ha messo il luce l'aumento tra arresti e denunce: 823 nel 2014; 983 nel 2015, che non significa un maggior numero di reati ma un maggior livello di sicurezza grazie all'aumento delle denunce. "In quanto ai reati, i più frequenti sono: furti, frodi, rapine, truffe. Tutti in forte diminuzione" - ha aggiunto. E secondo Varrasso sono in diminuzione anche gli immigrati, sia perché se ne vanno che grazie alla cittadinanza ottenuta. In forte aumento, al contrario, i richiedenti protezione internazionale, primo passo che compiono gli immigrati soccorsi dall'agenzia Frontex. " Noi accogliamo le domande e concediamo il permesso di soggiorno temporaneo e garantiamo loro vitto e alloggio" - ha concluso.
A questo punto è intervenuto Carlo Zagato impegnato a dirigere la cooperativa 'Porto Alegre', che si occupa di immigrati. "Le migrazioni sono fenomeni strutturali da valutare da punti di vista diversi. I migranti nel mondo sono 244 milioni tra quelli di tipo economico e quelli che chiedono protezione. In Italia ce ne sono circa 5 milioni e 4,6 milioni sono gli italiani residenti all'estero; 30 milioni gli italiani emigrati all'estero dal 1860 a oggi.
Ma quali sono le paure di chi arriva? Di rimanere bloccato in Italia. Siriani, etiopi, sudanesi, eritrei non desiderano fermarsi, Chi lo fa è solo in attesa del permesso di soggiorno e poi se ne va altrove. L' Europa soffre di uno squilibrio demografico: la popolazione invecchia e manca un adeguato ricambio, con scompensi nel mondo del lavoro e nel sistema pensionistico. C'è più bisogno di stranieri di quanti vorremmo ce ne fossero.
In Polesine ce ne sono 19.900 stabili sul territorio, coinvolti in un percorso di integrazione. Come italiani dobbiamo trovare un punto di sintesi tra i morti nel Mediterraneo e quelli che muoiono attraversando il Sahara e cominciare a valutare che la vita umana non ha lo stesso valore dappertutto. L'accoglienza ha rilevanza economica per garantire tutte le condizioni di vita e sussistenza - un immigrato che ha presentato richiesta di permesso di soggiorno può fruirne per un periodo fino a 3 anni - stabilendo regole chiare perché l'assistenza non diventi un business".
Lauretta Vignaga
23 aprile 2016